Seminari di studio e conferenze
SCUOLA DEL BELLO IN SOCCORSO DEI PAESAGGI URBANI E RURALI
(Resoconto dell'organizzazione)
Si è svolta con un buon successo la prima giornata della “Scuola del Bello” in data 7 Maggio presso la Sala Polivalente del Castello degli Acaja di Fossano, gentilmente messo a disposizione dal Comune di Fossano, copromotore dell’iniziativa assieme al Comitato cuneese di Salviamo il Paesaggio.
La prima giornata verteva sulla normativa vigente relativa alla tutela del Paesaggio.
Il pomeriggio ha visto la partecipazione di oltre 60 persone, fra le quali una ventina di funzionari degli Uffici di Urbanistica di 13 Enti Locali (Provincia di Torino e di Cuneo, Comuni di Fossano, Savigliano, Marene, Cavallermaggiore, Alba, Cuneo, Centallo, Vernante, Roaschia, Alpignano, Comunità Montana Valli del Monviso), alcune Associazioni ( Il Territorio, Comitato Busca Verde, CAI Fossano, Italia Nostra, Collegio provinciale agrotecnici), Enti diversi (Corpo Forestale, Protezione Civile), liberi professionisti (architetti e Geometri), rappresentanti del mondo della Scuola (insegnanti, studenti, un docente del Politecnico). Gli interventi dei relatori, che si sono susseguiti dopo i saluti dell’Assessore Vallauri di Fossano in rappresentanza del Sindaco Francesco Balocco e dopo la puntuale presentazione del nostro Coordinatore Nazionale, Sandro Mortarino, sono stati tutti di alto livello: in particolare l’intervento di Paolo Foietta, Direttore dell’Area Territorio e Trasporti della Provincia di Torina, nell’esporre i molti aspetti innovativi del Piano Territoriale della Provincia di Torino nella tutela delle “Aree Libere”, ha evidenziato altresì le difficoltà di rendere coerenti gli strumenti urbanistici dei Comuni al Piano Provinciale, con riferimento a tutta la problematica relativa al “prenotato” presente nei PRG e alla tematica dei “diritti acquisiti”, in parte molto ideologica e smentita da tre sentenze del Consiglio di Stato. Impressionante il dato sul consumo di suolo in Provincia di Torino negli ultimi dieci anni (in particolare fino al 2007) per un’estensione pari ad una seconda città di Torino. Buoni spunti anche pratici da parte dell’Arch. Mola (ad es. sui limiti temporali -5 anni- delle autorizzazioni paesaggistiche) Ma contiamo di mettere a disposizione le slides e le relazioni di tutti gli oratori in modo da consentire riflessioni più approfondite.
La sessione della sera ha visto la partecipazione di un pubblico di cittadini interessati al tema (oltre 40 persone) e motivati a intervenire anche con spunti polemici, relativamente ai danni irreparabili portati al territorio e al Paesaggio, ai quali spesso l’opinione pubblica più sensibile non riesce ad opporsi con strumenti efficaci.
Ottimo il filmato di Maurizio Bongiovanni sulla strana e drammatica situazione sul piano urbanistico di un agglomerato di edifici della cintura torinese (Mappano), suddiviso fra quattro Comuni (Leinì, Borgaro. Caselle e Settimo), tuttora in attesa che gli venga riconosciuto lo status di Comune autonomo. Molto preciso l’intervento dell’Assessore Malacrino di Alpignano, che ha evidenziato benefici (copianificazione) e limiti (ruolo dei privati nella pianificazione, premialità volumetrica, varianti parziali, permessi in deroga) delle recenti modifiche alla ottima Legge 56 degli anni 70 del sempre compianto Prof. Astengo. Infine molto brillante e propositivo l’intervento del Prof. Devecchi sulle “richieste di dichiarazione di notevole interesse pubblico” derivate dalla Convenzione europea sul Paesaggio e dal Codice Urbani dei Beni Cultirali e del Paesaggio, possibili strumenti di intervento popolare, che hanno valenza superiore anche rispetto alle previsioni dei Piani Regolatori.
Buono anche l’andamento della seconda giornata, che ha visto al pomeriggio le presenza di circa 50 persone fra tecnici comunali, professionisti, rappresentanti del mondo della scuola cittadini.
La sessione serale, rivolta ai cittadini, ha riscontrato una partecipazione più consistente rispetto alla prima giornata, essendo presenti circa 60 persone, fra le quali il Sindaco di Fossano Francesco Balocco, che con il suo intervento, in parte autocritico, ha consentito di dare maggiore concretezza al dibattito.
La sessione era stata aperta da una relazione molto dettagliata e documentata di Federico Sandrone, centrata sull’analisi dei Censimenti degli edifici inutilizzati, eseguiti in 11 Comuni della Provincia di Cuneo, dei quali è stata fornita una scheda informativa ai presenti (che sarà successivamente pubblicata sul WEB). Dall’analisi emergeva con chiarezza l’impostazione “sviluppista” di quasi tutti gli strumenti urbanistici adottati, che hanno previsto un incremento spropositato della popolazione insediabile (mediamente del 40-50% fino a punte del 300%) a fronte di un andamento demografico sostanzialmente stazionario (+5% in Provincia negli ultimi dieci anni con variazioni a seconda dei Comuni, più consistente nei Comuni di fondo valle, irrilevante nei grandi centri, addirittura negativo negli abitati montani, come noto). Lo stesso PRG di Fossano, approvato nel 2008, prevedeva un incremento demografico del 100%, localizzato in gran parte nell’Area di perequazione Nord, che fortunatamente non è stato ancora realizzato in particolare a causa dell’andamento negativo del mercato immobiliare (-25% in media italiana). Da rilevare tuttavia che, a quanto dichiarato dal Sindaco, solo il 20% dei proprietari portatori di “diritti” edificatori (peraltro messi in discussione da tre recenti deliberati del Consiglio di Stato), pur dovendo pagare cifre consistenti di IMU, non ha fatto richiesta di recessione, a testimonianza di quanto occorra ancora fare nel nostro Paese per modificare aspettative edificatorie molto diffuse e radicate, non corrispondenti ad un impiego proficuo dei capitali privati (secondo molti economisti), ma capaci di portare ulteriori compromissioni al territorio, ai suoli agricoli, al Paesaggio, che costituiscono la nostra maggiore risorsa per il futuro. Un esempio di come si possa pianificare l’urbanistica col consenso attivo dei cittadini e nell’interesse anche economico di una collettività è venuto dall’applauditissimo intervento di Domenico Finiguerra, ex-Sindaco - per due mandati - del Comune di Cassinetta di Lugagnano, capofila dei Comuni Virtuosi a consumo zero di territorio, in una Regione che si caratterizza viceversa per una spiccata propensione alla costruzione di autostrade (23) e al consumo del territorio più fertile dell’Europa (13 Ettari al giorno). ovviamente la rinuncia agli oneri di urbanizzazione ha richiesto misure alternative di grande fantasia, rivolte a "fare Cassa", come la celebrazione a pagamento di matrimoni civili in una bella Villa comunale sul Naviglio Grande, la rinuncia agli emolumenti da parte degli Assessori ed ai consueti strumenti pubblicitari, l’utilizzo di sistemi a LED per l’illuminazione, l’incremento delle attività turistiche. L’esperienza di Cassinetta, rivissuta oggi alla luce dell’evoluzione del dibattito urbanistico e delle conseguenze della crisi del mercato immobiliare, potrebbe apparire del tutto razionale e quasi scontata (ma non è così, come si evince dall’esame dei Censimenti delle case non utilizzate), ma quando iniziò, circa dieci anni fa, apparve quasi come una provocazione del radicalismo ambientalista.
Molto interessanti anche le relazioni svolte nella sessione pomeridiana, centrata sull’intervento di Roberto Ronco, Assessore all’Ambiente della Provincia di Torino, che ha ripercorso le tappe e le motivazioni del Piano Territoriale dell’Area torinese, anch’esso considerato giustamente come un atto rivoluzionario al momento dell’approvazione, poichè tutelava fortemente le residue Aree libere destinate ad uso agricolo (in un territorio fin troppo compromesso: una seconda Torino è stata costruita negli ultimi 20 anni), proponendo una ricucitura ragionata delle Aree di transizione ed il completamento delle Aree consolidate. Naturalmente non vi è chi non veda la palese contraddizione con la scelta determinatissima a favore della TAV; tuttavia il Piano Territoriale di Torino rappresenta un contributo notevole, seguito oggi da altre Province (in articulo mortis), all’evoluzione del pensiero e della cultura urbanistica, che dovrà trovare un non facile e non scontato riscontro negli strumenti urbanistici dei Comuni. Molto piacevole e stimolante la relazione dell’Architetto Panigo dello Studio LAND (Landscape Architecture Nature Developement) di Andreas Kipar, che ha fornito immagini suggestive del Parco Nord di Milano e dei cosiddetti Raggi Verdi, che disegnano percorsi verdi a raggiera dal centro di Milano verso la periferia, oltre che una documentazione su interventi previsti nell’Area delle Langhe, oggetto della richiesta di inserimento nell’elenco dei siti tutelati dall’UNESCO. Infine Stefano Testa della Facoltà di Agraria di Torino ha illustrato gli strumenti di monitoraggio del consumo di suolo, cartografici e aerofotogrammetrici (Corine, Eurostat, cartografico regionale, ISTAT, CRCS), non sempre coincidenti nelle loro risultanze.
Molto apprezzato il Documentario di Nicola Dell’Olio “Il suolo minacciato”, proiettato in prima serata (commento di Mercalli, interventi di Petrini e Salzano)
Giovedì 6 Giugno si è quindi conclusa la “Scuola del del Bello in soccorso dei Paesaggi urbani e rurali” con la terza giornata dedicata all’Estetica del Paesaggio.
Alla sessione del pomeriggio hanno partecipato 45 persone (tecnici comunali, professionisti, cittadini), mentre a quella serale hanno partecipato oltre 50 cittadini. La media complessiva di partecipazione nelle sei sessioni è stata di oltre cinquanta persone e considerata la rotazione dei partecipanti riteniamo di aver coinvolto da 100 a 150 cittadini, numero molto soddisfacente data la complessità dei temi trattati e delle informazioni portate ad un pubblico non di soli “esperti”. Un nucleo consistente di cittadini ha seguito quasi tutte le sessioni del Corso a testimonianza dell’interesse suscitato dall’iniziativa.
La sessione pomeridiana ha avuto come primo relatore Darko Pandakovic, che ha affascinato l’uditorio con un’esposizione brillante e coinvolgente, sottolineando due concetti fondamentali: la progressiva perdita di sensibilità per il Paesaggio, la perdita dell’orgoglio dei propri luoghi, conseguenza di una sorta di abitudine al “brutto”, alla filosofia dell’usa e getta, che si è affermata in questi ultimi decenni; in secondo luogo l’incapacità di comprendere che le bellezze e la diversità dei nostri Paesaggi, testimonianza di un divenire che unisce passato, presente e futuro (anche le “pietre”), costituiscono un patrimonio di risorse che possono concorrere alla soluzione della drammatica crisi economica, che stiamo vivendo.
Successivamente Paolo Pileri ha magistralmente illustrato i dati di un consumo di suolo demenziale, che le ultime proposte di legge (Realacci) rischiano di ulteriormente incrementare e che purtroppo ha avuto spesso nei numerosi e piccoli Comuni, che caratterizzano il nostro assetto istituzionale, degli interpreti sconsiderati. E’ stato poi illustrato il progetto “Vento: la ciclabile Torino-Venezia lungo il Pò, che ha raccolto proprio nell’occasione del nostro Corso l’adesione del Comune di Moncalieri.
La sessione serale si è aperta con una serie di immagini riprese da John Aimo dalla sue famose mongolfiere: il quadro della compromissione del nostro territorio è apparso in maniera veramente impressionante. I fenomeni di sprawl urbano, le distese di capannoni inutilizzati, l’estensione dei pannelli solari hanno ormai superato il livello di guardia (al di là delle nostre denunce e anche della nostra immaginazione), compromettendo una risorsa irripetibile come il Paesaggio del nostro territorio. Ritengo che tutti gli Amministratori del cuneese dovrebbero essere costretti a vedere le fotografie di AIMO per almeno un’ora al giorno. Di eguale tenore le immagini terribili fornite da Guido Chiesa nella Galleria degli Ecomostri, che "Salviamo il Paesaggio" ha pubblicato sul suo sito (e che oggi necessita di essere rivitalizzato). Particolarmente “mostruose” le immagini relative alla speculazione edilizia nel Comune di Argentera, esempio di scempio ambientale e di costruzione in luoghi geologicamente pericolosi, che giustamente Guido Chiesa propone di fare oggetto di una nostra azione esemplare, che persegua l’abbattimento di tali orrendi edifici, che connotano negativamente il nostro Paesaggio proprio in un punto di ingresso dei turisti provenienti dalla Francia.
E’ seguita una bellissima relazione di Guido Montanari, che ha illustrato la profonda rottura operata a partire dagli anni 80’ nella città di Torino, che con una serie di varianti ha sconvolto il tessuto reticolare di origine romana (il quadrilatero)sempre rispettato in epoca sabauda e persino in era fascista. Ricordo che proprio negli anni 80’ il PCI scaricò il Sindaco Novelli, vincitore al primo turno delle elezioni dell’84(?), allendosi coi poteri “forti” di Torino, come ha ben spiegato Pagliassotti in un bel libro, che abbiamo presentato lo scorso anno nel disinteresse generale.
Infine Roberto Franzini Tibaldeo ha svolto un’interessantissima relazione alla ricerca dei parametri del “Brutto”, individuati nella presenza congiunta della“disarmonia” e della “omologazione”. Interessanti anche le osservazioni sulle radici profonde dell’insulto al territorio, che potrebbe originare da una sorta di scarto generazionale, originatosi nel dopoguerra, quando uscendo da una situazione di povertà, ogni forma di sviluppo economico anche mostruoso veniva (e viene tuttora) identificato con la “modernità” (es. il primo ascensore nell’alto edificio di fronte al Forte di Vinadio).
Seguendo questo ragionamento e quello svolto da Pandakovich nel pomeriggio, si può concludere che occorre convincere opinione pubblica e Amministratori a riconoscere nel Paesaggio, nell’ambiente, in un territorio gradevole l’unica vera risorsa, che dovremo utilizzare per il nostro Progresso e nello stesso tempo per difendere la salute già molto compromessa del Pianeta.
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Durante l’ultima giornata è stato distribuito un questionario di gradimento, al quale hanno risposto 36 persone, che hanno mostrato di gradire molto il Corso, dal momento che solo due persone lo hanno giudicato non soddisfacente, mentre 34 lo hanno giudicato soddisfacente o molto soddisfacente, secondo la seguente distribuzione:
I° giorno: Non soddisfacente 0, Soddisfacente 14, Molto soddisfacente 12
II° giorno: Non soddisfacente 1, Soddisfacente 14, Molto soddisfacente 17
III° giorno: Non soddisfacente 1, Soddisfacente 7, Molto soddisfacente 23.
Da rilevare l’altissima soddisfazione registrata nella terza giornata, centrata sul tema fondamentale del Corso, l’Estetica del Paesaggio.
Sono interessati a partecipare a successivi incontri 33 intervistati su 36, con una preferenza per l’orario serale 17, pomeridiano 11, seminariale di un giorno 8. Ciò evidenzia la diversa composizione dell’uditorio, diviso fra tecnici e cittadini con diversa disponibilità personale alla partecipazione.
Sui futuri campi di interesse di un’altra possibile edizione del Corso i partecipanti si sono espressi in questo modo:
21 per Esempi di riqualificazione, recupero e riutilizzo del costruito,
17 per Buone pratiche in prospettiva di un consumo di suolo zero o ridotto,
16 per il tema del Paesaggio rurale come risorsa
13 per Valorizzazione delle risorse territoriali per una sviluppo rispettoso e durevole,
12 per le tematiche della Pianificazione Urbanistica e Territoriale (esperienze innovative),
10 per le VAS e le opportunità di tutela e valorizzazione degli ambienti naturali.
Come si può rilevare c’è “fame” di buone pratiche e di esempi concreti.
Fra le osservazioni di singoli l’invito ad utilizzare linguaggi semplici e ad azioni concrete sui territori.
“Quali figli affideremo al mondo, se li portiamo solo nei Centri Commerciali?” (Sabrina Dalmasso)
Il livello del Corso è stato senza tema di smentite altissimo, sia per la qualità tecnica che per la capacità di coinvolgimento dei relatori, tutti senza eccezioni in grado di fornire notizie anche complesse e di suscitare nel contempo l’interesse degli ascoltatori.
Un ringraziamento particolare a tutti i partecipanti e al Comune di Fossano, al Sindaco Balocco, al Dott. Mola, a Dario Casalis, che hanno reso possibile questa piccola avventura: sicuramente il loro impegno, così apprezzato dai cittadini ed in particolare dall’opinione pubblica fossanese, avrebbe meritato un maggior riscontro da parte di un maggior numero di Amministratori e di tecnici di altri Comuni. Forse su questo argomento alcuni ritengono difficile mettersi in gioco e operare quei cambiamenti, che la maggior parte degli strumenti urbanistici richiederebbe, nella direzione del risparmio di suolo.
Prossimamente, sul sito www.salviamoilpaesaggio.it sarà possibile visionare il materiale proposto durante gli incontri.
Locandina
"La normativa comunale e i relativi strumenti" - arch.A.Mola - Slide incontro 7 maggio 2013